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Con la Legge di Bilancio per il 2025 (legge 207 del 2024) è stata offerta agli aventi diritto e requisiti la possibilità di cumulare l’importo maturato ai fini pensionistici presso INPS con quanto accantonato presso la propria gestione di Previdenza Complementare per accedere alla pensione.

Ecco che a coloro i quali non sia possibile accedere alla pensione INPS per mancato raggiungimento dell’importo della soglia minima si apre la possibilità di poterlo fare lo stesso a patto che sia stato attivato a suo tempo un Fondo di Previdenza Complementare utile al raggiungimento di detta soglia.

Ma andiamo con ordine.
Dal 2025 per consentire l’anticipo della decorrenza della pensione ad una platea più ampia di lavoratori, il Legislatore ha voluto fornire la possibilità di utilizzare anche i contributi maturati presso la Previdenza Complementare.

Si assiste in pratica ad una sorta di integrazione tra Previdenza Pubblica (il cosiddetto “Primo Pilastro”) e la Previdenza Complementare (il cosiddetto “Secondo Pilastro”).

 

consulenza previdenziale

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Andare in pensione anticipata


Con l’introduzione della suddetta normativa, chi matura nel 2025 i seguenti requisiti:

  • 64 anni d’età;
  • 25 anni di contributi (post 1995).
potrà andare in Pensione Anticipata contributiva a patto che sia raggiunto l’importo soglia minimo di 3 volte l’Assegno Sociale, che si riduce per le sole donne a 2,8 e 2,6 volte l’Assegno Sociale in presenza rispettivamente di 1 o più figli.

Da tenere presente che per il 2025 l’importo soglia di 3 volte è pari ad euro 1.616,04.

Stessa opportunità per chi soddisfa i seguenti requisiti:

  • 67 anni d’età;
  • 20 anni di contribuzione
qui riferito però alla Pensione di Vecchiaia contributiva, a patto che sia raggiunto l’importo soglia minimo di Assegno Sociale (al 2025 pari ad euro 538,68).
pianificazione previdenziale

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Se non superi la soglia prevista

 

Parlando di puro calcolo contributivo applicabile alla contribuzione versata all’INPS ai fini pensionistici e considerando anche:
– la diffusa precarietà lavorativa;
– le retribuzioni basse in alcuni ambiti lavorativi;
– la ritardata entrata nel mondo del lavoro dei giovani d’oggi.
non è da escludere che l’importo della pensione NON superi detta soglia. 

Soglia che, lo ricordiamo, sarà oggetto di continua rivalutazione e quindi di aumento del valore da raggiungere per poter accedere alla pensione.

Ecco che in queste situazioni di ridotto importo maturato presso la Previdenza Pubblica, ci viene in aiuto la possibilità di utilizzare quanto maturato con la Previdenza Complementare al fine di raggiungere cumulativamente detta soglia minima.


Quindi dal 2025 posso usufruirne?

 

No perché sarà necessario attendere che i decreti attuativi siano emanati e con essi venga identificata una certificazione univoca che evidenzi l’importo maturato e la rendita mensile spettante e, in particolare, che individui quali criteri utilizzare per il calcolo e la modalità di richiesta al Fondo di Previdenza Complementare. Questo sarà poi inoltrato all’INPS per la verifica dello scavallamento della soglia.

Dal 2025 chi vorrà usufruire della Pensione Anticipata contributiva con unione alla Previdenza Complementare, lo potrà fare a patto che sia in possesso di:

  • 25 anni di contribuzione effettiva.
A ciò si aggiunge anche che per il futuro pensionato non sarà possibile rientrare nel mondo del lavoro sino a che lo stesso abbia raggiunto i 67 anni d’età (ovviamente al 2025).


Riflessioni


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